Stamattina sono andata dal dentista, già nera perchè Roby aveva detto che non mi aspettava per la prima pappa della bimba, poi sempre più delusa perchè la prima sorella - che pensavo mi tenesse compagnia durante l'appuntamento - se ne era andata.
Insomma, mi siedo e inizio a lacrimare, prima che arrivi il dentista.
Cerco di capire se dirgli: "Nicola, io stamattina non ce la faccio. Ci ho provato, ma non ho la forza." Oppure se ho dentro di me le risorse per affrontare questa paura.
All'improvviso arriva il dentista e NON é IL MIO!
guardo questo tipo con aria sbigottita e gli chiedo di Nicola: non verrà. Non sentendomi di dirgli: "guardi, vado via", apro la bocca, ma come inizia a guardare scoppio in singhiozzi.
Lui tenta di distrarmi chiedendomi il nome ed io che lo guardo sempre più sbigottita.
Dopo un po' inizia a parlare ed a sostituire la mia immagine gigante di siringhe e aghi con immagini neutre: i denti sono come scatole, la pulizia nel nervo è come pulire una bottiglia. Io chiudo gli occhi e mi concentro sullo scopino per le bottiglie, innocente, arancione, con una spugnetta rosa e bianca alla punta. Seguo il mio film mentale e materializzo le microgocce che ti spruzzano in faccia quando lavi la bottiglia. Nel frattempo arriva anche mia sorella, in genere fifona, che mi saluta e mi carezza le gambe per incoraggiarmi.
Lui intanto riesce a fare il suo lavoro e ben presto dice: "abbiamo quasi finito!"
io lo riguardo sbigottita, ma stavolta per dirgli: "ma come, e tutta la mia paura?"
Quando ha finito gli ho spiegato la mia paura per gli aghi, che non è per il dolore e gli ho fatto i complimenti.
Lui mi ha ringraziato sorridendo, comprensivo.
Ora sto andando da Roberta con la prima sorella. Roby ha posticipato la prima pappina, ma non so se riesce ad aspettarci. Però l'intenzione c'era.
Una giornata iniziata male, può sempre evolvere!