Yucatan

io sono consapevole di essere stata generata da Questa Terra con semplicità con volontà

26 January 2007

Medicina y linguistica

Makxtampun - palmo della mano, in Totonaca
da Makan - mano e Tampun - centro dell'embrione
La mano dell'Uomo è l'unità trasformatrice e creatrice dell'universo e della natura.
L'essere umano non solo procrea, ma ha bisogno della sua mano per depositare il seme nella terra.
In Totonaca il corpo è in relazione con la creazione, ma anche con il cielo, con il sopra ed il sotto, con i vegetali, con l'alimento, con gli animali.

e quindi anche Stapu - fagiolo, lakastapu - occhio,
kuxi - mais, kux-mun - petto.



liberamente tratto da Medicina y linguistica, Veracruz 1991.

24 January 2007

I giorni dell'abbandono II Parte


Sono tornata ieri da lei a prendere un documento. Si è fermata in un parcheggio, quindi era da circa venti giorni che non la vedevo.
L'ho trovata tutta bianca di polvere, foglie, già alcune ragnatele. Sola.
Pensavo che sarebbe stato più leggero lasciarla e passare ad una macchina nuova, più sicura, affidabile.
Dal primo momento le avevo detto: Sappilo, spero che ci sarà un buon rapporto fra di noi, che ci sarà una intesa ed io ti vorrò bene, ma il mio cuore rimarrà sempre per Cat, la renault 4.
Ed invece, sapendo ora di doverla abbandonare, ho capito quanto abbia rappresentato per me come autonomia, indipendenza, libertà.
Sembrerà un discorso ironico, ma per me la macchina non ha mai rappresentato una esibizione, uno status symbol (anche una Ritmo può essere uno status symbol di freakettonagine), è la possilità di muovermi in autonomia, di andare, di trasportare (tanto), di non dipendere da niente. E, nonostante le tante ruote cambiate, batterie scariche, alternatori fuori uso, anche Visione Celestiale (rinominata da Luigi: Celestina) è stata tutto questo.
Infinite incazzature, ma lei mi ha portato a casa tante volte; ha portato Fuffy alla sua ultima ecografia; mi ha sostenuto nel trasloco.
Ora la saluto, scusandomi di non essermene resa conto prima. Anche per lei ci sarà un pezzettino del mio cuore.

18 January 2007

Rami più che albero

Natale è passato, Capodanno anche, la Nana è venuta ed è ripartita, ma mi rendo conto solo ora che non ho condiviso con voi il mio "albero/presepe" di quest'anno. Presa dal ritorno dal Messico, dall'investitura come Madrina, dalla cena luminosa, non vi ho invitato sotto l'albero.


Quest'anno avevo bisogno di assorbire da me stessa tutte le energie, di dimostrarmi affetto e quindi dai rami pendevano, tra le altre cose, i badge di vari convegni e conferenze nei quali avevo presentato interventi. Ma c'era anche un cuore sbalzato tipo ex-voto, per ricordarmi di quello che ho.

15 January 2007

I nostri sorrisi



Questi sorrisi volevano essere caricati sul blog di Pib, ma lì si è creato un incanto narrativo con il quale non si voleva interferire.
Nel gruppo manca la Roby, che faceva la foto, ma immaginate anche lei a sorridervi da San Gregorio Armeno ed a partecipare alle ore trascorse insieme, emanando calore e affetto che, dal Golfo di Napoli, partivano verso tante destinazioni.

12 January 2007

Amabilidad


condiscendènza s. f. [der. di condiscendere]. – L'esser condiscendente, facilità a concedere qualche cosa, a compiacere, o a tollerare le azioni o il comportamento di altri: avere, usare, mostrare c.; acconsentì per mera c.; ha lasciato fare con una c. colpevole. L'atto stesso del condiscendere: troppe c. coi figli possono essere nocive.
dal dizionario Treccani
Questi erano spinti a cercare l'accondiscendenza dei "grandi" e delle figure autorevoli, dando le risposte che loro si aspettavano, assecondando le loro paranoie, per ottenere in cambio attenzione e protezione.

Luther Blissett Project, NEMICI DELLO STATO

in spagnolo: Amabilidad

sinonimo: Sussieguo

sintesi: mai essere condiscendenti, mai fidarsi dei dizionari italiano-spagnolo, leggere Luther Blissett.

06 January 2007

Evoluzioni di un cielo nero

Stamattina sono andata dal dentista, già nera perchè Roby aveva detto che non mi aspettava per la prima pappa della bimba, poi sempre più delusa perchè la prima sorella - che pensavo mi tenesse compagnia durante l'appuntamento - se ne era andata.
Insomma, mi siedo e inizio a lacrimare, prima che arrivi il dentista.
Cerco di capire se dirgli: "Nicola, io stamattina non ce la faccio. Ci ho provato, ma non ho la forza." Oppure se ho dentro di me le risorse per affrontare questa paura.
All'improvviso arriva il dentista e NON é IL MIO!
guardo questo tipo con aria sbigottita e gli chiedo di Nicola: non verrà. Non sentendomi di dirgli: "guardi, vado via", apro la bocca, ma come inizia a guardare scoppio in singhiozzi.
Lui tenta di distrarmi chiedendomi il nome ed io che lo guardo sempre più sbigottita.
Dopo un po' inizia a parlare ed a sostituire la mia immagine gigante di siringhe e aghi con immagini neutre: i denti sono come scatole, la pulizia nel nervo è come pulire una bottiglia. Io chiudo gli occhi e mi concentro sullo scopino per le bottiglie, innocente, arancione, con una spugnetta rosa e bianca alla punta. Seguo il mio film mentale e materializzo le microgocce che ti spruzzano in faccia quando lavi la bottiglia. Nel frattempo arriva anche mia sorella, in genere fifona, che mi saluta e mi carezza le gambe per incoraggiarmi.
Lui intanto riesce a fare il suo lavoro e ben presto dice: "abbiamo quasi finito!"
io lo riguardo sbigottita, ma stavolta per dirgli: "ma come, e tutta la mia paura?"

Quando ha finito gli ho spiegato la mia paura per gli aghi, che non è per il dolore e gli ho fatto i complimenti.
Lui mi ha ringraziato sorridendo, comprensivo.

Ora sto andando da Roberta con la prima sorella. Roby ha posticipato la prima pappina, ma non so se riesce ad aspettarci. Però l'intenzione c'era.
Una giornata iniziata male, può sempre evolvere!