X agosto
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano,
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male
Da una frase del corso di portoghese è venuto fuori questo ricordo delle elementari e, subito dopo, è partito il sondaggio: ma voi l'avete studiata a memoria questa poesia?
e salivate in piedi sulla sedia per declamarla ai nonni?
e disegnavate sul quaderno gli spini con sopra la colomba con il vermetto e di lato l'albero, il nido e i becchi dei pulcini e la casa sullo sfondo?
No? come no?