Yucatan

io sono consapevole di essere stata generata da Questa Terra con semplicità con volontà

21 May 2008

la realtá tangibile

Ero sotto terra, in un calabozo e per una magia divina ho avuto accesso ad un pezzetto di matita, con il quale ho potuto scrivere un poema di amore e dolore.

La realtá tangibile non era vivibile. Dovevi vivere nella fantasia.

Mauricio Rosencrof. Un uomo "morbido", dagli occhi sereni e azzurri, intensi. Pensare che per 13 anni ha vissuto in un pozzo, in una cella sotterranea di 60 centimetri per un metro e ottanta, durante la dittatura in Uruguay.
Ed ora lo racconta, perchè il giuramento che aveva stretto con gli altri compagni di prigonia, in altri calabozos vicini, era: chi sopravvive, chi esce di qua, scrive tutto quello che è successo; dá la testimonianza per tutti che abbiamo vissuto.
e lo racconta senza cadere nell'aneddoto o nel puro biografismo, senza nemmeno accennare alle torture... Racconta di come sottoterra, privati da ogni contatto e relazione umana, si possano progettare rivoluzioni, resistenze, poemi, si possa aprire la porta colorata e densa dell'oblio e scoprirvi un mondo. Primo Levi, Gramsci, Rosencrof.
Poi ti guardi in giro, ti arrabbi per l'automobilista arrogante che ti ruba il parcheggio, corri per pagare la bolletta e ti chiedi dove sia la fantasia e che cosa significhi vivere.
Sará banale, ma è umanamente possibile immaginare 13 anni chiusi, senza vedere senza abbracciare senza viaggiare senza decidere. Ovvero che significa vedere, decidere, abbracciare? e poi uscire e dover affrontare una nuova normalitá.
e scriverla e pubblicarla, rimanendo forse bloccati in quei momenti, dovendoli rivivere e non potendoli far passare. Ma forse curandosi attraverso nuovi applausi, nuovi sguardi di attenzione e comprensione.
Avere davanti quest'uomo e vederlo così simile a tanti altri.
Faccio finta di niente, ma ogni tanto il pensiero torna ad immaginare il buio e la magia.

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9 Comments:

  • At 4:49 PM, Blogger antoniodielle said…

    Ci sono persone speciali nel mondo. Per forza, o sono pazzi o sono speciali...

     
  • At 3:04 PM, Blogger Viola said…

    un cazzotto nello stomaco.

     
  • At 3:11 AM, Blogger zefirina said…

    bellissima questa testimonianza, il potere magico della scrittura e della lettura

     
  • At 7:25 AM, Blogger vesuvio said…

    da quando me ne hai parlato ogni tanto mi torna alla mente come un pensiero di pura fantasia. forse preferirei credere che sono tutte bugie perche' pensare che uno o piu' uomini sottraggobno la vita LIBERA ad un altro o piu' altri uomini per 13 anni cioe' per tanti e tanti e tanto giorni uno dietro l'altro mi sembra irreale, nn umano. eppure questo scrittore ha tutto dell'essere umano, come dici tu, ha gli occhi azzurri e sereni...nn mi sembra possible ma e' vero.

     
  • At 2:41 PM, Blogger Claudia said…

    Cari tutti,
    sapevo che era un argomento duro e ho cercato nel suo rapporto con la scrittura di proporlo in maniera meno drammatica.
    Oggi continuavo a leggere delle sue pagine e in particolare: "Lì non era come qui, dove non ti lasciano leggere". è incredibile! eppure lui nel calabozo suonava il violino, ne sentiva le corde sotto i polpastrelli, la durezza del poggiamento.
    Mentre è drammatico pensare all'incarcercazione, è stupendo pensare alle potenzialitá della mente ed alle àncore che riesce a creare per noi!
    Nel libro diceva anche che, durante la detenzione, gli hanno concesso di vedere il padre per 10 minuti, ha raccontato che gli è arrivata una poesia della figlia, che con le nocche comunicava con il detenuto vicino.
    Sono gocce, ma aiutano a pensare alla sua pena.

     
  • At 6:48 AM, Anonymous Anonymous said…

    Buon pomeriggio Claudia!
    Ricambio con piacere la tua visita e provo un senso di gratitudine nei tuoi confronti per aver riportato una storia così toccante...
    Scrivevo qualche tempo fa, al riparo del mio Bosco Incantato, proprio di uomini privati della Libertà. Ne scrivevo in generale... un giorno che l'angoscia per questo Mondo si faceva sentire pesantemente...
    Non sapevo di Mauricio Rosencof prima d'ora ma in qualche modo immaginavo storie simili di chissà quanti "mauricio" sparsi sulla faccia della terra...

    "Vedo uomini sbattuti in disumane celle che odorano d’umidità e di escrementi… non posso scorgere le lacrime che copiose rigano quei volti senza più speranze, ma colgo il sommesso pianto che appena li scuote mentre, rannicchiati in un angolo nella semi oscurità, con la fronte appoggiata alle ginocchia, abbracciano loro stessi… povere anime, caricate di botte e lasciate a marcire solo per aver creduto in Dio o aver manifestato idee contrarie ad un incrollabile regime le cui violente repressioni vengono ormai perpetrate sotto gli occhi del mondo intero… Rabbrividisco vedendone altri, e tanti, incappucciati e inginocchiati in mezzo ad un campo o sul ciglio di una strada, le mani legate alla schiena, le spalle ricurve… qualcuno, da dietro, punta la gelida canna di un fucile sulla loro nuca…"

    Perdona se mi sono dilungata troppo...
    Un caro saluto a te!

     
  • At 7:00 AM, Blogger Claudia said…

    Rita, mi fa piacere il tuo dilungarti! e quindi ben venuta.
    Scrivevo ancora di questa persona oggi e mi veniva in mente che forse quello che più mi ha colpito di lui è la sua capacitá di parlarci così direttamente e empaticamente della giustizia, dell'umanitá, dell'impegno civile senza mai accennare al dolore, alle torture ma facendo emergere dal suo vissuto un sorriso, una lettura quasi sarcastica o completamente sarcastica che non sminuisce il valore della Storia, ma lo rende guardabile.

    Idealmente, giro a lui la tua gratitudine!

     
  • At 12:32 AM, Anonymous Anonymous said…

    Hai ragione Claudia, quella luce che mai si è spenta in lui colpisce davvero e con una forza quasi accecante...
    ...è su quella luce che dovrei focalizzare la mia attenzione, mentre troppo spesso mi fermo a pensare alla brutalità dell'uomo, sempre esistita, domandandomi fino a che punto egli riesca a spingersi per quella solita e stramaledetta smania di potere... per il sadico gusto che può derivare dalla sopraffazione... dall'accanimento verso l'inerme...

    Un caro saluto.

     
  • At 9:56 AM, Blogger Claudia said…

    penso che la tentazione di abbandonare la speranza l'abbiamo un po' tutti e su questa ci marciano i giornalisti, i vari format scandalistici e un po' morbosi.
    Le comunitá virtuali possono essere un buon modo per fare contro-informazione, forse! per cercare di animarci a vicenda :-)

     

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