La necessitá del contrapporsi
Un regime totalitario è fonte di infinite tristezze.
Quella di vedere l'opera di lento pervertimento che riesce a compiere anche sugli uomini che più stimavamo.
Povera cosa è la nostra ragione, che cede sempre alla spinta del sentimento, sempre disposta a trovare buoni argomenti per giustificare la conclusione a cui si desidera arrivare, cui spinge l'istinto, quella grande molla che è l'istinto alla felicità.
(...) Nei regimi totalitari la gran massa del popolo è contenta; crede a tutto ciò che giornali, libri, radio, cinema le raccontano, si sente liberata dalla fatica del pensare, del discutere, dello scegliere tra più opinioni.
Il fascismo poi realizza l'ideale del poter compiere tutto ciò che secondo le tavole della legge sarebbe peccato, senza peccare;
insuperbire, ammirarsi, disprezzare gli stranieri, esaltare la ricchezza, lo spirito di conquista, disconoscere ogni diritto agli altri, (...) ritenere doverosa la vendetta, vilipendere la pietà per
gli oppressi, e sentirsi tuttavia a posto con la coscienza.
Come i più potrebbero non amare questo regime?
E quando la massa consente, la resistenza subisce un altro colpo.
(...) Nell'insieme l'esperienza del fascismo è stata tra le più deprimenti: quelle che fanno sentire quale povera cosa siamo tutti noi, quanto pochi siano i coraggiosi, quanto il coraggio civile sia
più raro e ben più arduo dell'eroismo sui campi di battaglia.
Una esperienza atta a far perdere la fiducia nell'uomo.
Ed a voler porre una regola: che cosa si può fare quando si ritiene che il governo del nostro paese non soltanto conduca una politica nefasta agli interessi di questo, ma si sia posto in contrasto con regole morali indefettibili, sia un governo di corruzione nocivo non all'Italia soltanto, ma all'andamento generale del mondo?
(...) Chi scelse la via buona furono quelli che, consci anche di ciò che significava il loro atteggiamento, nel Paese, fuori d'Italia, tra gli esuli, rinunciarono alla cattedra e testimoniarono.
Un amico, nei giorni scorsi di tristi e sconfortanti atti di xenofobia in Italia, mi ha segnalato l'attualitá di questo testo di Jemolo.
Se togliessimo "fascismo" e mettessimo "attuale democrazia" potremmo avere un quadro molto chiaro di dove stiamo andando.
La ricerca del consenso dell'opinione pubblica sul "pericolo sociale", il rafforzamento dei corpi militari, la tolleranza verso i "reati minori" sottesa alla discussione sulle intercettazioni, i tagli in atto alla cultura....
studio la storia dell'America Latina nel Novecento e mi sembra di star vedendo un film di cui giá conosco il finale!
Quella di vedere l'opera di lento pervertimento che riesce a compiere anche sugli uomini che più stimavamo.
Povera cosa è la nostra ragione, che cede sempre alla spinta del sentimento, sempre disposta a trovare buoni argomenti per giustificare la conclusione a cui si desidera arrivare, cui spinge l'istinto, quella grande molla che è l'istinto alla felicità.
(...) Nei regimi totalitari la gran massa del popolo è contenta; crede a tutto ciò che giornali, libri, radio, cinema le raccontano, si sente liberata dalla fatica del pensare, del discutere, dello scegliere tra più opinioni.
Il fascismo poi realizza l'ideale del poter compiere tutto ciò che secondo le tavole della legge sarebbe peccato, senza peccare;
insuperbire, ammirarsi, disprezzare gli stranieri, esaltare la ricchezza, lo spirito di conquista, disconoscere ogni diritto agli altri, (...) ritenere doverosa la vendetta, vilipendere la pietà per
gli oppressi, e sentirsi tuttavia a posto con la coscienza.
Come i più potrebbero non amare questo regime?
E quando la massa consente, la resistenza subisce un altro colpo.
(...) Nell'insieme l'esperienza del fascismo è stata tra le più deprimenti: quelle che fanno sentire quale povera cosa siamo tutti noi, quanto pochi siano i coraggiosi, quanto il coraggio civile sia
più raro e ben più arduo dell'eroismo sui campi di battaglia.
Una esperienza atta a far perdere la fiducia nell'uomo.
Ed a voler porre una regola: che cosa si può fare quando si ritiene che il governo del nostro paese non soltanto conduca una politica nefasta agli interessi di questo, ma si sia posto in contrasto con regole morali indefettibili, sia un governo di corruzione nocivo non all'Italia soltanto, ma all'andamento generale del mondo?
(...) Chi scelse la via buona furono quelli che, consci anche di ciò che significava il loro atteggiamento, nel Paese, fuori d'Italia, tra gli esuli, rinunciarono alla cattedra e testimoniarono.
Un amico, nei giorni scorsi di tristi e sconfortanti atti di xenofobia in Italia, mi ha segnalato l'attualitá di questo testo di Jemolo.
Se togliessimo "fascismo" e mettessimo "attuale democrazia" potremmo avere un quadro molto chiaro di dove stiamo andando.
La ricerca del consenso dell'opinione pubblica sul "pericolo sociale", il rafforzamento dei corpi militari, la tolleranza verso i "reati minori" sottesa alla discussione sulle intercettazioni, i tagli in atto alla cultura....
studio la storia dell'America Latina nel Novecento e mi sembra di star vedendo un film di cui giá conosco il finale!
Labels: critica, informazione, libertá, pensiero
14 Comments:
At 11:29 PM, Gianna said…
Cara Claudia,che profondità di pensiero! Ti ammiro,a mio avviso basterebbe che tutti noi avessimo sani princìpi.......
Verrò da te con più calma.
Un caro saluto
At 2:31 AM, lophelia said…
Mi metti i brividi. Farò leggere questo post a un po' di amici.
At 4:31 AM, Claudia said…
Stella: la profonditá ovviamente è di Jemolo che, avendo convissuto con il rimorso di aver firmato la carta impostagli dal Fascismo, in quanto cattedratico, provava sulla sua pelle il pericolo del sonno della ragione.
Lo: sono contenta se lo facciamo leggere perchè anch'io ho i brividi vedendo quanta corta memoria storica abbiamo, come italiani. Non si sono ancora richiuse le ferite di un regime totalitario che ci buttiamo nelle braccia aperte di un altro.
At 8:16 AM, rodocrosite said…
Io non ho parole. Ma come può essere? Perché dalla storia non impariamo nulla?
Ho davvero paura.
Però parlarne serve e serve sapere che non siamo pochi.
Grazie Cla!
At 10:10 AM, Claudia said…
Rodo:
più rileggo questo testo più cerco di pensare a come farlo leggere, a come metterlo davanti agli occhi di tutti.
insuperbire, ammirarsi, disprezzare gli stranieri, esaltare la ricchezza, lo spirito di conquista, disconoscere ogni diritto agli altri, (...) ritenere doverosa la vendetta, vilipendere la pietà per
gli oppressi, e sentirsi tuttavia a posto con la coscienza.
queste parole descrivono talmente bene l'atteggiamento diffuso che non mi si staccano da dentro!
At 2:30 AM, artemisia said…
E allora io vorrei girare la domanda che pone Jemolo:
Che cosa si può fare?
E aggiungo: Che cosa si deve fare? Quali strumenti abbiamo?
At 5:23 AM, Claudia said…
Anto: io non facevo nomi di individui perchè ormai mi sembra tutto abbastanza generalizzato e appiattito!
Arte: mi stanno arrivando diverse dichiarazioni antirazziste da firmare, appoggiare... Non credo avranno tantissimo effetto, se non il cercare di sentirsi compatti.
Io direi intanto che è necessario informarsi; aggioranarsi tramite giornalisti indipendenti e stampa alternativa sui fatti reali!
e divulgare le informazioni. Non smettere di credere nell'utopia e nella bellezza; rifuggire l'individualismo e crescere figli e nipoti nell'amore incondizionato per la vita!
At 6:20 AM, vesuvio said…
pero' quando leggo che approvano Dl che parano il culo di pochi e poi propongono un referendum per disabilitare cio' che e' appena stato accettato e poi...e poi...penso che qlc ci stia prendendo in giro. vorrei che ci fosse qlc di piu' da fare.
At 12:32 PM, zefirina said…
bisogna farsi sentire, non rimanere inebettiti, io sono seriamente preoccupata per quello che succede e mai e poi mai vorrei ritrovarmi in un paese totalitario
bisogna stare i guardia
e bisogna scuotere chi non sa o non vuole sapere
At 4:10 PM, Anonymous said…
altro post memorabile!! Quanto terribile
alla domanda cosa si può fare io sto trovando parecchie risposte in un bel libretto
"Non è vero che va sempre peggio"
http://www.jacopofo.com/node/4664
è scritto a quattro mani io conosco il possessore di almeno 3.5 mani (sconosciuto ia più)
lo presto / regalo / "libero" volentieri
(ne ho due copie)
At 1:14 PM, Claudia said…
anch'io voglio credere che possiamo fare ancora molto.
Sicuramente scuterci e sapere è uno dei primi modi per non essere presi in giro.
Io mi chiedo spesso: dove sono gli italiani???
se possibile, accetto la proposta del libro.
At 3:26 AM, artemisia said…
Claudia, posso segnalarti per la mailing list di un amico che sta facendo molto in questo senso?
Sono d'accordo con te, in tutto.
At 9:36 AM, Claudia said…
Arte, ne sarei felice!
mi sento scivolare anguillescamente la presa sulla realtá e cerco modi di ancorarmici ed agire.
At 10:57 AM, artemisia said…
Adesso è in ferie, ma verrai inserita.
:)
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