Colei che mi lava
Capita a volte, quando torno a casa di mia madre, che lei mi chieda di insaponarle la schiena, mentre fa il bagno.
Inizio a versarle l'acqua calda e profumata sulle spalle, pensando che è una sensazione molto rilassante, distensiva. Intanto chiacchieriamo genericamente.
Man mano rivedo le cicatrici delle operazioni che ha affrontato negli ultimi anni. I segni lunghi che incidono la schiena e raccontano la storia della sofferenza, dello sconforto ma anche del coraggio, della determinazione.
Gradualmente divento sempre più silenziosa e sempre più delicata con la spugna, cercando di restituire almeno una distenzione muscolare al tessuto corporeo provato dal dolore.
Dopo un po' mia madre percepisce questo silenzio denso di pensieri e di ricordi e mi chiede: Che c'è? sono molto brutti?
Io sorrido e le faccio qualche domanda per distrarla. Ma, direbbe Jeanette Winterson, come si fa a dimenticare se è scritto sul corpo il giorno e l'ora?
Inizio a versarle l'acqua calda e profumata sulle spalle, pensando che è una sensazione molto rilassante, distensiva. Intanto chiacchieriamo genericamente.
Man mano rivedo le cicatrici delle operazioni che ha affrontato negli ultimi anni. I segni lunghi che incidono la schiena e raccontano la storia della sofferenza, dello sconforto ma anche del coraggio, della determinazione.
Gradualmente divento sempre più silenziosa e sempre più delicata con la spugna, cercando di restituire almeno una distenzione muscolare al tessuto corporeo provato dal dolore.
Dopo un po' mia madre percepisce questo silenzio denso di pensieri e di ricordi e mi chiede: Che c'è? sono molto brutti?
Io sorrido e le faccio qualche domanda per distrarla. Ma, direbbe Jeanette Winterson, come si fa a dimenticare se è scritto sul corpo il giorno e l'ora?
7 Comments:
At 7:44 AM, Anonymous said…
non si dimentica. e forse non si deve.
bellissimo post.
At 3:58 AM, rodocrosite said…
Cavoli, ma le mamme sono sempre eccezionali. Come faranno mi chiedo a saper leggere così bene dentro di noi?
Grazie per quello che hai scritto: è emolliente e delicato come l'acqua profumata di cui parli.
At 6:42 AM, Myrea said…
Molto dolce... ;-)
At 8:37 AM, artemisia said…
Mi ricorda il mio post sull'hamam. Ma questo è più bello.
At 11:25 AM, Claudia said…
@Henry: bentornato su queste "pagine". si, forse non si deve dimenticare. Forse però vorremmo ogni tanto allegerirci dal peso della memoria. O almeno vorremmo gestire meglio le sue onde.
@Rodo: in parte questo post è stato ispirato da te, in parte da Lophelia. Mi fa piacere che condividere anche le esperienze dolorose sia emolliente.
@Miss: molte grazie!
@Arte: è vero, sembra un po' "a specchio" del post sull'haman. Spero che tu sappia che l'attingere a questo tipo di esperienze lo devo al tuo metterti in gioco, alla tua forza di condividere anche quello che c'è... nel fondo dello stomaco (dell'Anima, direbbe qualcUNO).
At 12:24 AM, lophelia said…
ci penso spesso a questa cosa che tutto rimane scritto sul corpo, sopra o dentro, visibile o no.
E quello della Winterson è un bellissimo libro, ricordo che anni fa lo regalai ad una coppia di amiche.
At 1:02 AM, Claudia said…
concordo, come immaginerai, sulla Winterson.
La leggo in traduzione purtroppo, ma le immagini che riesce a evocare le vedo come se le avesse dipinte...o fotografate.
E quel volo nella notte fredda, verso una verità che la casa negava, l'atterraggio sulla neve morbida e silenziosa, mi si sono scolpiti dentro.
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