toccare e non guardare
ottobre è iniziato con un esplosione di emozioni ed esperienze. L'incontro con Rodocrosite, la mansarda affacciata sulla cupola del Brunelleschi, le foto di Lophelia, il concerto di Marisa Monte e un percorso tattile esplorativo che è stato assolutamente sconvolgente.
Pochi metri ad occhi bendati per entrare in una percezione della precarietà inaspettata.
Ed in contemporanea la riappropriazione del tatto come strumento di esplorazione, non complementare ma principale.
E l'argilla come stimolo a quest'esperienza.
In un posto suggestivo come il Cortile delle Donne, un percorso ad occhi chiusi per conoscere tattilmente la ceramica - argilla, creta... - e incorporarne le porosità le asperità le scorrevolezze.
Ma il pensiero, durante il buio, era fisso: "Ok, per ora cerco di indovunare, ma solo dopo essermi tolta la benda, guardo e saprò".
Andava tutto bene, perchè c'era inprescindibile l'idea della temporaneità del buio.
E quando gli oggetti sono apparsi nella loro corporeità lo staniamento è stato ulteriore: erano colorati, erano più piccoli.... erano banali anche.
Eppure le mani li avevano conosciuti nelle fibre e con le fibre e "sapevano" qualcosa che lo sguardo non sapeva e non immaginava di non sapere.
Esclusa la vista come sarebbe il mondo?
Pochi metri ad occhi bendati per entrare in una percezione della precarietà inaspettata.
Ed in contemporanea la riappropriazione del tatto come strumento di esplorazione, non complementare ma principale.
E l'argilla come stimolo a quest'esperienza.
In un posto suggestivo come il Cortile delle Donne, un percorso ad occhi chiusi per conoscere tattilmente la ceramica - argilla, creta... - e incorporarne le porosità le asperità le scorrevolezze.
Ma il pensiero, durante il buio, era fisso: "Ok, per ora cerco di indovunare, ma solo dopo essermi tolta la benda, guardo e saprò".
Andava tutto bene, perchè c'era inprescindibile l'idea della temporaneità del buio.
E quando gli oggetti sono apparsi nella loro corporeità lo staniamento è stato ulteriore: erano colorati, erano più piccoli.... erano banali anche.
Eppure le mani li avevano conosciuti nelle fibre e con le fibre e "sapevano" qualcosa che lo sguardo non sapeva e non immaginava di non sapere.
Esclusa la vista come sarebbe il mondo?
8 Comments:
At 2:15 AM, vesuvio said…
buona conoscenza tattile del mondo a te, allora!
At 10:50 AM, rodocrosite said…
Mi ha colpito infatti come, appena tolta la benda, ti sia precipitata quasi con voluttà a rifare il percorso a occhi aperti, e se devo dirti la verità, avevi una faccia quasi delusa. Infatti mi sono detta:-non le è piaciuto, peccato-.
Certo, scoprire il mondo anche con gli altri sensi è imprevedibile davvero!
At 12:17 AM, Claudia said…
non ero delusa, ero sbigottita. La dimensione di tanti oggetti era di molto inferiore a quella che la mia mente aveva elaborato e poi c'erano i colori che sono veramente insensibili a mani non esperte.
Ma più di tutto mi colpiva il fatto che, se non fosse stato per l'esperienza tattile, quegli oggetti non avrebbero significato quasi niente!
e poi non ho riconosciuto il vaso Azteco: che smacco.
E mi rendo conto che la guida sarà forse un'ottima ceramista, ma non ha esperienza diretta di ipovisione e cecità, perchè parlava di un "loro" indefinito e distaccato, senza articolare il mondo della non-visione.
Toccate gente, toccate, prima di guardare.
At 1:35 AM, artemisia said…
Scusate se mi ripeto in vari blog, ma quest'esperienza della tattilità mi è troppo vicina perchè io possa non rilevare le connessioni con le mie esperienze...
Insomma, leggete il mio prossimo post sull'hamam...
At 8:23 AM, PiB said…
Esclusa la vista come sarebbe il mondo? ....come sempre c'è il barbatrucco bisogna imparare a toccare non solo con le mani...proviamo ad iniziare ad usare gli occhi
At 12:16 PM, lophelia said…
Se non fosse per il doversi orientare nello spazio sarebbe bello ogni tanto escludere la vista.
Credo che il tatto valorizzi di più la sostanza delle cose (certo le fotografie sarebbero tagliate fuori...)
Un saluto da firenze!
At 6:31 AM, Claudia said…
Bentornata Arte. che hai toccato di bello a Istanbul?
(inizierò a fare questa domanda a chi torna dalle vacanze,dai viaggi.)
Pib: si, impariamo a usare la vista, ma la strada non potrebbe essere: impariamo a non usare la vista? relativizziamola escludendola e recuperandola progressivamente.
lophelia: forse le fotografie sarebbero meno, ma sarebbero pietre e mattoni del rapporto con il mondo (ti ho mai suggerito: www.nigmafotografi.it?) e poi le tue sono....materiche.
At 4:34 AM, astralla said…
Come nel post di lophelia mi ripeto. Assolutamente una mostra da non perdere, per riappropriarsi di un mondo troppo sottovalutato, quello del tatto!
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