Père, comme les autres
Per caso, aspettando che Giorgia finisse di allattare, ho sfogliato Elle e ho trovato la notizia di questo libro autobiografico scritto da Christophe Girard, assessore alla Cultura del Comune di Parigi.
La particolarità della sua paternità è che lui è omosessuale. Questa è anche la particolarità del libro: come vivere con un ragazzino agli inizi degli anni '90 e farlo crescere in una società ancora parzialmente omofoba, essendo un personaggio pubblico e non nascondendo la propria vita relazionale.
Il figlio è nato da una breve relazione eterosessuale e dalla scelta della madre di non occuparsi della crescita del bambino. Le cose poi si sono svolte nel modo più semplice, senza nascondere niente al bambino, all'adolescente, al ragazzo che cresceva, ma senza sperticarsi in dichiarazioni sulla propria vita.
E il figlio è crescito, in una delle tante famiglie atipiche degli anni 2000, con un solo genitore fisso come tanti divorziari, una scelta personale eterosessuale, una visione del mondo in cui "normale" è la sessualità ed il legame che ognuno sceglie all'interno di scelte possibili.
La particolarità della sua paternità è che lui è omosessuale. Questa è anche la particolarità del libro: come vivere con un ragazzino agli inizi degli anni '90 e farlo crescere in una società ancora parzialmente omofoba, essendo un personaggio pubblico e non nascondendo la propria vita relazionale.
Il figlio è nato da una breve relazione eterosessuale e dalla scelta della madre di non occuparsi della crescita del bambino. Le cose poi si sono svolte nel modo più semplice, senza nascondere niente al bambino, all'adolescente, al ragazzo che cresceva, ma senza sperticarsi in dichiarazioni sulla propria vita.
E il figlio è crescito, in una delle tante famiglie atipiche degli anni 2000, con un solo genitore fisso come tanti divorziari, una scelta personale eterosessuale, una visione del mondo in cui "normale" è la sessualità ed il legame che ognuno sceglie all'interno di scelte possibili.
9 Comments:
At 3:11 PM, PiB said…
Forse il contesto culturale dove il bambino/ragazzo è stato cresciuto ed allevato ha senza dubbio reso il tutto piu facile
At 3:43 AM, artemisia said…
Ci sono diversi esempi di situazioni simili qui da noi, sicuramente molti di più di quanti ne appaiano sulla stampa.
Sapete cosa ne penso.
Il contesto culturale ha un grosso ruolo ma bisogna lavorare tutti per cambiare i contesti discriminanti. Nel nostro piccolo.
Che bella storia.
At 4:17 AM, Claudia said…
@Arte: ma il contesto culturale siamo tutti noi, no? nel senso che anche parlarne, condividere le notizie... serve a cambiare il contesto, nel piccolo. e proprio per questo, mentre apprezzo che Elle cartaceo abbia riportato la notizia, poi mi fa incazzare il fatto che sul numero on line ci sono le ricette con il cocomero e non c'è una sezione libri e nemmeno l'indice del numero!
Poi, se cerchi on line "assessore Paris père" o cose simili non ti esce nessuna notizia del libro!
@Pib: purtroppo nell'intervista non parla il ragazzo, l'intervistatore cerca di evincere dalle parole del padre il parere del figlio, ma sembra tutto troppo idilliaco. Francia molto tollerante? forse Parigi, come ambiente un po' più internazionale...
At 5:10 AM, Henry said…
parigi e' certo diversa dal resto della francia pero' in tutto il paese si respira comunque un'aria piu' libera che in italia. i motivi non sono forse semplici da spiegare anche se l'influenza di una certa chiesa cattolica potrebbe aiutare a capire.
concordo con arte: e' solo questione di tempo. prima o poi il contesto cambia.
At 7:07 AM, PiB said…
senza dubbio è questione di tempo e senza dubbio siamo noi il contesto culturale..ma vedo tempi e contesto procedere per strade parallele..che non so se e quando si incontreranno
At 10:52 AM, artemisia said…
Si scontreranno, si intersecheranno e alla fine si incontreranno...come è successo per tante altre cose.
Sta anche a tutti noi.
At 4:45 AM, Claudia said…
Sarà banale, ma l'altro giorno ero su un prato, in montagna, e vedevo padri con i marsupi per portare - da soli - a spasso i figli; anziani vestiti con tute e scarpe da ginnastica; mamme che allattavano e cambiavano i neonati appoggiando teli sull'erba; donne incinta con l'ombelico di fuori e pensavo: mia mamma, alla mia età, una scena del genere nemmeno l'avrebbe immaginata! come poteva prevedere il '68, i movimenti femministi, i figli dei fiori, l'attivazione dei giovani nella vita pubblica, una corporeità ed una sessualità disinibita e non proibizionista?
At 6:18 AM, artemisia said…
Ecco vedi.
At 10:43 AM, Claudia said…
Anto, la programmazione è necessaria, però a volte è giusto lasciar fare anche al caso, alla vita.
Tra dieci anni potranno essere successe tante cose!
è vero, mettere al mondo un figlio richiede coraggio, ma anche tanto amore che ti aiuta a generare quel coraggio (lo dico riflettendo su Giorgia, ovviamente).
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