My way
Un flash back sul viaggio da Napoli a Perugia.
Autostrada. Sono più di tre anni che non la percorro con la macchina essendo io al volante.
L'ultima volta, arrivata quasi all'altezza di Pontecorvo, esattamente 5 chilometri prima dello svincolo, impatto con una macchina che mi superava ed esco fuori strada.
Tutti sopravvissuti, auto distrutta, causa assicurativa mai conclusa.
Un angelo vegliava su di me e me l'ha dimostrato depositando il libro di Hikmet vicino al mio sedile, fuori la macchina.
Così sono uscita praticamente illesa e non ho avuto sull'anima più di varie fratture e contusioni di un trasportato.
Ma qualcosa è cambiato profondamente in quei lunghissimi secondi.
L'invulnerabilità che mi portavo dentro mi ha abbandonato e ho avuto la certezza che stessi vivendo gli ultimi miei secondi.
Ho rivissuto dentro di me quella sequenza molte volte.
Mancava solo un pezzettino: ripercorrere quel punto essendo al volante.
e venerdì scorso l'ho fatto.
Avevo deciso di tenerlo per me, ma negli ultimi chilometri non sono riuscita più a trattenere la cosa e ho mostrato a mia madre il punto dell'incidente.
Lei non ha mai voluto sapere i dettagli dello scontro nè vedere le foto.
Ma mentre le dicevo della telefonata all'autoambulanza mi ha fatto parlare e poi mi ha messo solo la mano sul braccio.
è il suo modo sintetico di dimostrare affetto e partecipazione.
Dopo il racconto ho iniziato a cantare forte "My way" e ho continuato a guidare.
Autostrada. Sono più di tre anni che non la percorro con la macchina essendo io al volante.
L'ultima volta, arrivata quasi all'altezza di Pontecorvo, esattamente 5 chilometri prima dello svincolo, impatto con una macchina che mi superava ed esco fuori strada.
Tutti sopravvissuti, auto distrutta, causa assicurativa mai conclusa.
Un angelo vegliava su di me e me l'ha dimostrato depositando il libro di Hikmet vicino al mio sedile, fuori la macchina.
Così sono uscita praticamente illesa e non ho avuto sull'anima più di varie fratture e contusioni di un trasportato.
Ma qualcosa è cambiato profondamente in quei lunghissimi secondi.
L'invulnerabilità che mi portavo dentro mi ha abbandonato e ho avuto la certezza che stessi vivendo gli ultimi miei secondi.
Ho rivissuto dentro di me quella sequenza molte volte.
Mancava solo un pezzettino: ripercorrere quel punto essendo al volante.
e venerdì scorso l'ho fatto.
Avevo deciso di tenerlo per me, ma negli ultimi chilometri non sono riuscita più a trattenere la cosa e ho mostrato a mia madre il punto dell'incidente.
Lei non ha mai voluto sapere i dettagli dello scontro nè vedere le foto.
Ma mentre le dicevo della telefonata all'autoambulanza mi ha fatto parlare e poi mi ha messo solo la mano sul braccio.
è il suo modo sintetico di dimostrare affetto e partecipazione.
Dopo il racconto ho iniziato a cantare forte "My way" e ho continuato a guidare.
3 Comments:
At 10:31 AM, PiB said…
come all'epoca sai bene che cosa hai sucitato con queste parole..
At 11:17 AM, artemisia said…
Meno male che c'era quell'angelo.
Sei stata coraggiosa a ripercorrere quel trauma. Esistono strade che io ancora non riesco a percorrere.
At 2:41 AM, Claudia said…
@Pib: raffreddore emotivo anche stavolta? mi ricordo bene quella telefonata!
@Arte: ho impiegato più di tre anni per ripercorrere quella strada. e l'emozione è stata tanta! ma ora mi sento un pizzichino più forte.
Post a Comment
<< Home