Dedicato a Lo ovvero la mia biennale
Inutile dire, l'esposizione del Messico. Inutile dire, su fatti di cronaca del 2008.
La presunta guerra ai narcotrafficanti che ha autorizzato l'assassinio di chiunque.
Una donna, una artista, che si rende conto che l'arte non può più essere un bel quadro o uno spettacolo piacevole, ma deve contaminare, sporcare, insudiciare la nostra quotidianeità con la propria quotidianeità. Ed allora decide di lavare i pavimenti di un antico palazzo veneziano con il sangue delle vittime di questa guerra silenziosa e di scrivere col filo d'oro, su una tela rossa dello stesso sangue, "Ver, oir y callar" - vedere, sentire e tacere, il motto della repressione.
Nessuno è più puro nè può solo dire "Che bello!".
Labels: insudiciare, Messico, Venezia
3 Comments:
At 9:39 AM, artemisia said…
'azz...
At 7:28 AM, Claudia said…
arte, mi rendo conto che le foto non rendono e penso a come sarebbero state significative se ci fossimo incrociate a Venezia con Lo!
comunque, condivido: azz!
At 2:06 PM, lophelia said…
grazie per la dedica e per questa scheda critica, migliore di molte altre che ho letto.
E sullo spessore del lavoro, magari fossero tutti così. L'arte nel suo insieme avrebbe molta più forza sovversiva.
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