La caverna
Piccola pausa nel delirio lavorativo per una nuova metafora:
ieri, giornata di corso di massaggio, abbiamo lavorato sul terzo chakra, che prende l'area dello stomaco, del fegato, della milza, degli intestini, del colon e varie altre cose; insomma da sotto al diaframma a poco sotto l'ombelico.
Ci sono tante fasce muscolari stupende, imbricate fra di loro; c'è la Linea Alba, c'è l'ombelico stesso, la fascia lata, i piramidali....
Nella mia metaforizzazione tutto questo corrisponde a una caverna. Aperta ma nella roccia, senza però una montagna sopra. Buia, umida, fredda.
Lavorando molto su questa cosa, alla fine del secondo giorno la caverna era sempre lì, ma adesso i margini, i bordi, il contorno esterno era costituito forse da argilla, forse da terracotta o plastilina. Non so, però qualcosa di plasmabile.
Dentro era sempre buio però intuivo che ci fosse un gigantesco colon, disposto come il colon vero. Imponente ma non spaventoso, anche perchè era semplicemente lì. Nel varco interno al mega-colon sapevo che c'erano altre presenze, ma non le intuivo e men che meno le scorgevo.
Quello che ho deciso è che posso lavorare su quei bordi plasmabili, cominiciando dalla fascia lata e dagli intercostali che sono abbastanza dolenti allo stiramento!
ieri, giornata di corso di massaggio, abbiamo lavorato sul terzo chakra, che prende l'area dello stomaco, del fegato, della milza, degli intestini, del colon e varie altre cose; insomma da sotto al diaframma a poco sotto l'ombelico.
Ci sono tante fasce muscolari stupende, imbricate fra di loro; c'è la Linea Alba, c'è l'ombelico stesso, la fascia lata, i piramidali....
Nella mia metaforizzazione tutto questo corrisponde a una caverna. Aperta ma nella roccia, senza però una montagna sopra. Buia, umida, fredda.
Lavorando molto su questa cosa, alla fine del secondo giorno la caverna era sempre lì, ma adesso i margini, i bordi, il contorno esterno era costituito forse da argilla, forse da terracotta o plastilina. Non so, però qualcosa di plasmabile.
Dentro era sempre buio però intuivo che ci fosse un gigantesco colon, disposto come il colon vero. Imponente ma non spaventoso, anche perchè era semplicemente lì. Nel varco interno al mega-colon sapevo che c'erano altre presenze, ma non le intuivo e men che meno le scorgevo.
Quello che ho deciso è che posso lavorare su quei bordi plasmabili, cominiciando dalla fascia lata e dagli intercostali che sono abbastanza dolenti allo stiramento!
Labels: argilla, caverne, colon, piramidali
3 Comments:
At 1:49 PM, Anonymous said…
questa cosa dei chakra mi ha sempre affascinato ma non ci ho mai "lavorato"...comunque sembra un viaggio affascinante, un po' inquietante anche.
At 12:45 PM, artemisia said…
I chakra mi ricordano la mia ex suocera californiana pazza (sono danneggiata per sempre...)
At 7:13 AM, Claudia said…
Lo, quello dei chakra mi sembra un viaggio introspettivo e metaforico molto utile, almeno per me e in questo momento. Ora è un lavorone con il terzo chakra. Vedremo andando avanti!
Arte: mannaggia alle suocere! ma si metabolizzano anche quelle.....
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