Crollo strutturale
Stanotte ero nell'intercapedine della Cupola del Brunelleschi. Appoggiavo le mani sui mattoni, sentivo la polvere e la materia fredda.
Ad un certo punto ho sentito il rumore, ma ho anche avuto la consapevolezza che la cupola stesse cedendo. Il crollo era graduale ed io guardavo in alto e pensavo che finché non avessi visto la cascata di materiali e polvere non ero poi così tanto in pericolo, avevo ancora tempo per scendere e scappare.
Poi ho visto il tutto arrivare. Come le immagini del terremoto in Umbria, nella cattedrale di Assisi.
Però ancora pensavo: io starò sempre più in basso della valanga. L'importante è essere cosciente e veloce per schizzare di lato quando sto per impattare.
Perché forse, in queste situazioni, il momento deflagrante è l'impatto, non il volo.
Ad un certo punto ho sentito il rumore, ma ho anche avuto la consapevolezza che la cupola stesse cedendo. Il crollo era graduale ed io guardavo in alto e pensavo che finché non avessi visto la cascata di materiali e polvere non ero poi così tanto in pericolo, avevo ancora tempo per scendere e scappare.
Poi ho visto il tutto arrivare. Come le immagini del terremoto in Umbria, nella cattedrale di Assisi.
Però ancora pensavo: io starò sempre più in basso della valanga. L'importante è essere cosciente e veloce per schizzare di lato quando sto per impattare.
Perché forse, in queste situazioni, il momento deflagrante è l'impatto, non il volo.
Labels: Brunelleschi, cedimento, cupola, volo