Over the rainbow, somewhere
Sabato pomeriggio avevo bisogno di uscire di casa. Di allontanarmi dal cemento e dagli spazi troppo antropizzati e camminare nel verde.
Le nuvole si avvicinavano e ben presto sarebbe iniziata la pioggia. Tutto lo annunciava.
Però io non potevo farne a meno. Ma io odio la pioggia e odio bagnarmi nella pioggia. Pensavo.
Allora sono uscita e sono andata al percorso fluviale. Rischiando di incazzarmi con me stessa e di avvilirmi moltissimo per essere tutta bagnata, avere freddo e non poter essere ancora in macchina.
Ho iniziato a camminare sotto gli alberi e lungo il Tevere, mettendo leggerezza in ogni passo e guadagnando aria.
La pioggia si avvicinava, ma la mia ansia si diradava.
Poi ha iniziato a piovere, velocemente fortissimo, come un acquazzone tropicale. C'era il terreno che mi schizzava sulle gambe e le scarpe da ginnastica che diventavano piccole pozzanghere.
Avevo l'ombrello, che mi riparava un po' il viso.
Ma non avevo freddo e non mi incazzavo nè mi avvilivo.
Ero tranquilla perchè nel giro di mezz'ora sarei stata nella vasca in un bagno caldo.
I vestiti si incollavano addosso, ma non era poi così drammatico.
Potevo concedermi di sperimentare non solo il sole o il caldo, ma anche la pioggia.
Che è bellissimo vedere da sotto il piumino nel letto. è bellissima da vedere immersa in un romanzo, riparata sul terrazzo, sulla mia cassapanca.
Ma può essere bella anche da sperimentare sotto gli alberi, vicino al fiume, camminando sulla terra battuta.
Le nuvole si avvicinavano e ben presto sarebbe iniziata la pioggia. Tutto lo annunciava.
Però io non potevo farne a meno. Ma io odio la pioggia e odio bagnarmi nella pioggia. Pensavo.
Allora sono uscita e sono andata al percorso fluviale. Rischiando di incazzarmi con me stessa e di avvilirmi moltissimo per essere tutta bagnata, avere freddo e non poter essere ancora in macchina.
Ho iniziato a camminare sotto gli alberi e lungo il Tevere, mettendo leggerezza in ogni passo e guadagnando aria.
La pioggia si avvicinava, ma la mia ansia si diradava.
Poi ha iniziato a piovere, velocemente fortissimo, come un acquazzone tropicale. C'era il terreno che mi schizzava sulle gambe e le scarpe da ginnastica che diventavano piccole pozzanghere.
Avevo l'ombrello, che mi riparava un po' il viso.
Ma non avevo freddo e non mi incazzavo nè mi avvilivo.
Ero tranquilla perchè nel giro di mezz'ora sarei stata nella vasca in un bagno caldo.
I vestiti si incollavano addosso, ma non era poi così drammatico.
Potevo concedermi di sperimentare non solo il sole o il caldo, ma anche la pioggia.
Che è bellissimo vedere da sotto il piumino nel letto. è bellissima da vedere immersa in un romanzo, riparata sul terrazzo, sulla mia cassapanca.
Ma può essere bella anche da sperimentare sotto gli alberi, vicino al fiume, camminando sulla terra battuta.
Labels: e penso fra me e me "che mondo meraviglioso", oh perchè perchè non posso io