Yucatan

io sono consapevole di essere stata generata da Questa Terra con semplicità con volontà

29 August 2006

Père, comme les autres

Per caso, aspettando che Giorgia finisse di allattare, ho sfogliato Elle e ho trovato la notizia di questo libro autobiografico scritto da Christophe Girard, assessore alla Cultura del Comune di Parigi.
La particolarità della sua paternità è che lui è omosessuale. Questa è anche la particolarità del libro: come vivere con un ragazzino agli inizi degli anni '90 e farlo crescere in una società ancora parzialmente omofoba, essendo un personaggio pubblico e non nascondendo la propria vita relazionale.
Il figlio è nato da una breve relazione eterosessuale e dalla scelta della madre di non occuparsi della crescita del bambino. Le cose poi si sono svolte nel modo più semplice, senza nascondere niente al bambino, all'adolescente, al ragazzo che cresceva, ma senza sperticarsi in dichiarazioni sulla propria vita.
E il figlio è crescito, in una delle tante famiglie atipiche degli anni 2000, con un solo genitore fisso come tanti divorziari, una scelta personale eterosessuale, una visione del mondo in cui "normale" è la sessualità ed il legame che ognuno sceglie all'interno di scelte possibili.

21 August 2006

349

Non voglio aiuto.
Non voglio che tutto quello che accade nella vita abbia un valore, sia utile o sembri utile a un percorso, capace di darmi un senso, una ragione, un'idea di immortalità.
Mi viene il desiderio di vivere per vivere.
Non ho una vita mia se non quella che mi sono creato, un espediente per sentirmi vivo.
Il sentimento tragico di non essere niente, di non avere amici, non avere amori, esistere solo a forza, costruendo ogni singolo minuto, senza naturalezza.

è la pagina 349 di tuttalpiù muoio di Timi e Albinati. è stato un libro finito per caparbietà, non abbandonato solo per il senso del completamento nelle cose che faccio.
Non perchè sia brutto o scritto male (tranne l'assurdo di "Perugina" ogni volta che dovrebbe essere "Perugia"); ma per la.... forza? brutalità? essenzialità? durezza? della narrazione.
Ho continuato immaginando che ascoltavo la voce di Timi (che ho visto in tv dalla Dandini) e la sua capacità affabulatrice e istrionica.
Se non l'avessi visto il libro sarebbe stato molto triste.
Per quanto sia stata contenta di trovare il dialetto perugino elevato a "dignità" letteraria dalla Fandango e Ponte San Giovanni scandagliato nei minimi dettagli, avrei preferito..... qualche metafora.
Ma se vi capita leggetelo e, soprattutto, parlatemene. Rimugino ancora su molte pagine e cerco un confronto.

17 August 2006

lacrime

Ieri mi documentavo sulle fasi dello sviluppo fisico dei primi mesi di vita di un neonato. Sapevo che la vista gradualmente acquista la messa a fuoco e che inizialmente è presente solo la capacità di distinguere i contrasti di colore e di luce.
Ma ieri leggevo che, durante il primo mese di vita, non si può piangere, o meglio non si può lacrimare.
Non si può nemmeno sudare, ma questa cosa mi ha colpito meno.
Soffrire forse ma non poter lacrimare mi è sembrata veramente una cattiveria della natura, nella fase della vita nella quale non si può ancora articolare il proprio dolore o malessere attraverso la parola.
Quindi la comunicazione è basata quasi completamente sull'intuito, sull'empatia e sull'amore dell'ambiente che circonda il neonato.
Una sensazione forte di precarietà.

13 August 2006

benvenuta


ecco la dea maya nei suoi primi giorni. La foto è un pò sfocata per difendere i suoi lunghissimi occhietti dal flash. Purtroppo non posso linkare la morbidezza delle guance di pesco o l'emozione di appoggiarle una mano sulla pancia e sentire il suo cuore che batte con tutta la forza.

08 August 2006

Dedicato a C. e R. Il fiume

Il giorno è finito.
Si chiude su di noi come la ninfea sul proprio domani.
Quello che qui ci fu donato, noi lo conserveremo,
E se non basterà, dovremo ancora riunirci e tendere insieme le mani al donatore.
Non scordate che tornerò fra voi.

Un attimo, e il mio ardente desiderio raccoglierà polvere e schiuma per un altro corpo.

Un attimo, un istante di riposo nel vento, e un'altra donna mi partorirà.
Il Profeta
di
Kahlil Gibran

01 August 2006

fotografia mancata

Ieri il cactus che sta sul mio balcone da un anno e mezzo ha aperto in contemporanea quattro fiori bianchi.
Sono creature effimere, durano dalla sera tutta la notte all'alba salutano il sole e poi si chiudono.
La macchinetta aveva la memoria piena e non avevo con me la periferica per scaricare le immagini precedenti.
Guardavo questi fiori così transitori e mi chiedevo: Li sto perdendo?
la scommessa con me stessa (vedi Blog Rosso) non contemplava la "separazione" in casa, ma forse è stata la possibilitá di assaporare quelle campane bianche così piene di (breve) vita ancora di più.